Il concetto di piacevole, spiacevole e neutro sono concetti notevolmente interessanti medianti i quali il nostro cervello cataloga la nostra vita.
Il nostro cervello è una sorta di macchina da sopravvivenza che di conseguenza si impegna ad evitare lo spiacevole e permette di andare invece incontro al piacevole. Con piacevole si intende ad es. tutto ciò che nutre, dà calore, conforto, sicurezza, contatto umano, con spiacevole invece ci si riferisce ad es. alla sensazione di freddo, mangiare cibo nocivo, ecc.
In merito, la meditazione sull’argomento è volta a maturare consapevolezza dell’automatismo mentale tra piacevole e spiacevole.
Una volta iniziata la pratica meditativa è importante concentrarsi sin da subito su tutto ciò che si vive nel qui ed ora, ponendo attenzione alla posizione, a cosa suscitano i rumori intorno a noi, fino ad arrivare a concentrarsi sulle emozioni.
Importante concentrarsi sul respiro e sulle sensazioni fisiche che lo accompagnano, impegnandosi a catalogare e definire tutto ciò come piacevole o spiacevole.
L’esperienza e il livello di piacere ovviamente sarà diverso per tutti.
Si passerà poi a concentrarsi sulle sensazioni fisiche, dalla testa ai piedi, provando a sentire eventuali tensioni, se si ha freddo o caldo, e zone del corpo che invece ci inviano situazioni piacevoli.
Anche le zone del corpo che non dicono o non esistono per il nostro cervello necessitano della nostra attenzione, iniziando così ad esistere a differenza di prima, mutando in piacevoli o meno.
Si darà poi attenzione alle sensazioni emotive entrando in contatto con il cuore e con i visceri, provando a capire se vi sarà serenità, agitazione, ansia, fastidio, gioia… oppure emozioni mescolate tra di loro, ad es. la serenità insieme all’agitazione.
Permettiamo alle sensazioni spiacevoli di cambiare, proviamo a bonificarle senza cacciarle via. Immaginiamo ad ogni respiro di portare morbidezza nell’emozione difficile e ad ogni espirazione lasciamo che qualche emozioni ci abbandoni.