L’esperienza della gravidanza, in questo periodo caratterizzato da paura e restrizioni del nostro stile di vita, può risentire della Pandemic fatigue, ovvero dello stress e del sovraccarico emotivo che stiamo vivendo.

Sul Messaggero si affrontano le difficoltà delle donne che vivono l’esperienza della gravidanza durante la pandemia: ansia,difficoltà di sottoporsi a esami, i parti senza papà e il calvario delle mamme risultate positive al covid.

La prof.ssa Maria Beatrice Toro, autrice di “Oltre la pandemia. Come superare (bene) ansia, rabbia e stress“, Morellini Editore, è stata intervistata dal Messaggero per aiutare a comprendere come impatta, a livello psicologico, la Pandemic fatigue sulle donne in stato interessante, su quelle che hanno rinunciato, su quelle che hanno avuto un bambino durante il lockdown.
Secondo l’esperta la prima cosa a saltare, nei progetti di molte donne, è stata la possibilità di fare il secondo figlio. Mentre chi vorrebbe mettere in cantiere il primogenito sconta i dubbi dovuti al senso di precarietà del vivere così accentuati a causa della crisi economica e ai continui cambiamenti di tempi e modi di vita che dobbiamo porre in atto nel tentativo di contrastare il diffondersi del coronavirus.
In questo periodo i genitori non possono più contare sui nonni per occuparsi dei nipoti e questo grava molto sulle donne. Il malessere dei genitori “è significativamente più frequente e intenso nella famiglie al cui interno ci sono sia persone anziane che bambini”, a causa della difficoltà, specialmente per le donne, di farsi carico di situazioni complesse che richiedono un forte impegno e dispiego di energie.
Il logoramento da pandemia ha colpito le donne e madri di famiglia soprattutto nella prima fase (marzo-maggio) in cui la chiusura delle scuole, protratta fino a settembre, ha avuto un effetto più pesante proprio su di loro. Molte hanno già rinunciato a lavori full time per occuparsi della famiglia, altre hanno perso completamente il lavoro con tanta frustrazione e un’ingiusta limitazione delle opportunità economiche personali.
La pandemia e le sue conseguenze stanno acuendo la differenza di genere. Basti pensare al fatto che una ragazza su quattro sta abbandonando gli studi.
Le donne, madri di famiglia e lavoratrici, secondo degli studi condotti in Spagna, Cina e Slovenia, in questo periodo si sentono mediamente più sole oltre ad accusare sintomi da stress e ansia dovuti a una situazione che sfugge al controllo. Tutto ciò alimenta insonnia e incapacità di rilassarsi, creando un circolo vizioso in cui più ci si preoccupa, meno si riesce a dormire, più peggiora la salute mentale.
Si comprende come, in questo quadro, decidere di avere un figlio non sia semplice.
Come fa notare anche Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children la mancanza di servizi per la prima infanzia e la necessità di prendersi cura dei bambini in questa fase difficile sta pregiudicando le condizioni delle mamme.
Occorre invertire la rotta, per non doverci svegliare dalla pandemia in un mondo spaventato in cui fare un figlio è un’utopia.
Se sei una donna incinta o una neomamma, prova a guardare a quel poco di positivo che può esserci in questo periodo: puoi trascorrere la gravidanza concentrata sulla cura di te stessa e dalla vita che porti dentro, dandoti tutto il tempo per fare conoscenza del tuo bambino, facendogli ascoltare musica, cullandolo insieme a te mentre fai esercizi di yoga on line: ci sono anche gruppi di future mamme! Se il bambino è piccolo, puoi viverlo in pienezza con tempo a disposizione e puoi fargli conoscere i nonni e gli amici all’aperto: tutto cambia, presto organizzerai una festa di benvenuto, ma, mentre aspetti, puoi prendere carta e penna e scrivere a tuo figlio il diario di questo periodo così particolare, che state vivendo insieme.
Le donne sono un grande motore e “La vita deve continuare - aggiunge la Prof.ssa Toro - La pandemia in realtà può essere una grande occasione per mettere al primo posto le cose che contano davvero”.