Mindfulness interpersonale -gentilezza e benevolenza

Possiamo renderci conto dell’effetto che la presenza dell’altro ha sulla
nostra sfera mentale con una serie di esercizi davvero molto semplici che sono una premessa allo sviluppo della gentilezza e della benevolenza.

ESERCIZIO
Usciamo di casa e incamminiamoci per la solita strada, quella che
percorriamo per andare al lavoro o dovunque ci rechiamo al mattino.
Portiamo l’attenzione al corpo, al movimento del camminare, sentendo il nostro respiro che prende pian piano lo stesso ritmo dei passi. E, dopo qualche minuto, quando la mente è sufficientemente raccolta chiediamoci:
come mi sento in questo momento? Quali emozioni, stai d’animo,
condizioni dell’umore sono presenti?

E dopo aver osservato le emozioni, e dato loro un nome, portiamo lo sguardo ad altezza d’uomo e cominciamo a a portare attenzione alla presenza di altre persone. Se siamo soli, e non scorgiamo nessuno,entriamo in contatto con l’effetto che ci fa lo stare da soli. Senso di libertà,oppure tristezza e abbandono? Facciamo questa esperienza concretamente, osservando le emozioni che ci sono, con accuratezza.

Poi, appena scorgiamo qualcuno, dedichiamoci a osservare come e quanto la sua presenza modifichi un po’ il vissuto, portandoci qualcosa, sempre. Anche se ci sentiamo fondamentalmente freddi e indifferenti, infatti, il semplice notare che non siamo soli ha un effetto, fosse anche solo quello di chiederci se anche gli altri ci notano, o non badano affatto a noi. Che effetto mi fa incontrare una persona simile a me? E una persona dell’altro sesso? Un anziano, un bambino, una persona in divisa o vestita in modo inusuale?

A ciascuna di queste esperienze corrisponde un vissuto unico: camminiamo tra la gente lasciando che gli altri ci insegnino qualcosa sul nostro mondo emotivo, qualcosa che non avremmo potuto vedere restando a casa. Se
troviamo qualcosa che non ci piace, sarà una buona occasione per approfondirne le ragioni e lavorarci su.

Pratica di metta camminata
Se avvertiamo tensione e bisogno di pacificarci con gli altri, possiamo
praticare la gentilezza amorevole e vedere se ci aiuta. Rivolgeremo
anzitutto a noi stessi un sorriso, accettando di stare vivendo un momento di difficoltà. Poi, per qualche minuto, decidiamo che ogni volta che
incontriamo qualcuno, gli auguriamo silenziosamente “Che tu possa essere
felice, stare bene, non soffrire”
. Ci accorgeremo, molto probabilmente, che ricaviamo un certo beneficio nel momento in cui compiamo un atto di gentilezza, anche se è tutto interiore. Non è immediato trasferire tale atteggiamento verso le persone che conosciamo, specialmente se non ci
piacciono o ci hanno ferito in passato. Non è immediato nemmeno fare questo esercizio con le persone che ci attraggono molto, laddove può
emergere un certo desiderio di possesso. Non è necessario farlo subito;
incominciamo con pratiche semplici e poi faremo cose più ambiziose, se e quando lo sentiamo.

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