di Maria Beatrice Toro
Nella formazione della personalità, i vissuti sensoriali e affettivi che ognuno di noi sperimenta, momento dopo momento, nel fluire del processo vitale, rivestono un ruolo primario, ben prima che si sviluppino pensiero e linguaggio.

Parte di questo flusso viene elaborato – con la maturazione – a livello linguistico, ed è ciò che di noi stessi (e del mondo) sappiamo dire, concettualizzare, spiegare. Ma c’è un mondo di esperienze che continuano a essere non raccontabili. Per dare ragione di questa complessità Guidano ha elaborato un modello del Sé che prevede due livelli organizzativi: l’uno, implicito, procedurale, esperienziale e l’altro esplicito, dichiarativo, concettuale.
A livello evolutivo, prima dell’emergere del livello descrittivo-linguistico del Sé (che, fondamentalmente, è la caratteristica che ci distingue dai primati non umani) il vivere scorre indiviso, non raccontabile. Non ci sono parole, e, senza le parole, non può esserci, neppure, un ego che, di fronte alle situazioni, abbia davanti una pluralità di interpretazioni e scelte possibili; senza il linguaggio si può fare esperienza, in qualche modo, solo di un vivere “naturale”, in cui agli stimoli seguono risposte istintive.
La doppia natura EMOTIVA e LOGICA dell’essere umano fa di noi una specie unica…