Quel peso sull’anima – Yoga journal

Le conseguenze del non meritarsi la nostra stima

Tra le molte favore di Fedro ce n’è una che narra come mai facciamo tanta fatica a guardarci dentro come onestà. Secondo la sua intuizione, Giove creando l’uomo gli appese al collo due bisacce: una carica di difetti e vizi altrui, mentre l’altra, dove ci sono le proprie limitazioni, gliela lasciò sulla schiena. Per questa ragione gli esseri umani non sono, di solito, propriamente obiettivi.

A tal proposito Maria Beatrice Toro, nell’uscita di Luglio/Agosto di Yoga Journal, ritiene che la maggior parte delle persone commette un tipico errore, quello di attribuire il motivo dei successi degli altri un pò più al caso piuttosto che al merito, mentre per se stessa ragiona diversamente.

Per riconoscere questo tipo di comportamento basta avere un figlio in età scolare, si pensi al suo atteggiamento davanti i voti belli e brutti, non guarda nella bisaccia dei propri difetti quando fallisce un’interrogazione ma risulta più comodo invocare l’ingiustizia dell’insegnante, la sfortuna e cose di questo genere.

Maria Beatrice Toro da tempo, lavorando sulla consapevolezza interpersonale, assiste a processi di crescita in cui chi pratica meditazione prende progressivamente coscienza delle cause delle sue avversioni e, per liberarsene, si impegna a perdonare se stesso per avere in sè quei limiti che rimprovera all’altro.

E così, dopo questo passaggio la rabbia tende, “magicamente”, a ridursi moltissimo o addirittura a scomparire.

Il meccanismo psicologico che sta alla base di tale dinamica è stato definito come “proiezione”, processo attraverso il quale allontaniamo da noi contenuti “scomodi” che non abbiamo il coraggio di riconoscere, per collocarli in un luogo in cui ci turbano meno: la mente dell’altro.

Il “rimosso”, tuttavia, si riaffaccia come antipatia, irritazione, conflittualità, fino a giungere all’odio verso chi ci fa da specchio.

Si tratta di un meccanismo di cui non ci rendiamo conto, ma con l’aiuto della Mindfulness possiamo imparare a considerare che ogni volta in cui siamo irritati da qualcuno la mente sta suonando un campanello d’allarme e, in chiave più suggestiva, possiamo pensare che quando il campanello suona è perchè l’universo ci sta mettendo davanti persone con parti di noi misconosciute e rifiutate, dandoci un’opportunità per accoglierle.

ESERCIZIO – Più consapevolezza

Facciamo mente locale e pensiamo a un personaggio pubblico che “a pelle” non sopportiamo. Facciamolo con onestà, non sentiamoci colpevoli. Scriviamo poi tre caratteristiche di questo personaggio su un foglio, senza pensarci troppo.

Sarà liberatorio recitare questa frase: Anche se a volte non mi piaccio perchè sono (inserire la prima caratteristica che non vi piace del personaggio che avete individuato), io mi amo e accetto così come sono.

Ditelo senza imbarazzo ad alta voce, ripetendolo quanto volete, per tutte le tre caratteristiche.

In questo modo alleggerirete entrambe le bisacce, quella che Giove vii ha messo sul petto e quella che vi pesa sulla schiena.

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