Domenica
Oggi è domenica e ho fatto “Lo spazio di respiro in tre passaggi” di Jon Kabat Zinn, per annusare l’aria che tirava nella mia mente. Ci vogliono 5 minuti, ma è potente!
1° passaggio. Consapevolezza
Si assuma una postura eretta e “dignitosa”, in cui l’immobilità segnala il ritiro delle energie dall’esterno, l’abbandono della “dimensione del fare”: non ha importanza restare seduti o in piedi, ma stiamo fermi. Riposiamo nell’immobilità, meglio che possiamo. La consapevolezza è rivolta ai processi interiori. Per aiutare l’esplorazione ci rivolgiamo queste quattro domande (è un po’ complicato farlo “a memoria”, nel sito trovi il file audio):
– Cosa sta accadendo in me in questo momento?
– Quali pensieri sono presenti adesso? Può trattarsi di parole, o, forse, c’è un’immagine, un pernsiero di programmazione, una valutazione, o ogni altro tipo di evento mentale…
– Quali emozioni ci sono? Diamo attenzione allo stato emozionale. Riconosciamo la presenza di un “sentire”.
– Quali sensazioni fisiche si stagliano nel campo della percezione? Individuiamo il panorama delle sensazioni fisiche, calore, fresco, contatto con il pavimento o con la sedia, tensioni, sensazioni piacevoli, spiacevoli, neutre.
Ora abbiamo consapevolezza dell’esperienza, l’abbiamo accolta e le abbiamo dato un nome.
2° passaggio. Focalizzazione
Lasciamo andare tutto ciò che abbiamo trovato sullo sfondo e concentriamoci sul respiro, sulle sensazioni fisiche dell’aria che entra ed esce dal corpo. Non c’è bisogno di modificare il respiro. Non lo controlliamo, lo seguiamo. Seguiamo ogni respiro per tutta la durata dell’inspirazione e dell’espirazione, utilizzandolo per ancorarci stabilmente al presente.
3° passaggio. Espansione e radicamento
Abbracciamo con l’occhio della mente l’intero corpo, mosso dall’onda del respiro. Percepiamone le diverse parti e, se ci sono tensioni, diciamo mentalmente: “Non trattenere. Lasciar andare”. Non è importante che vadano via, solo, permettiamo loro, eventualmente, di cambiare, modificarsi, dissolversi, se così deve essere.
Sentiamo tutto il corpo, che occupa lo spazio che occupa, con la terra a sostenerci e il cielo sopra di noi. Ascoltiamo il nostro senso di presenza.
Come è andata per me
Oggi ho trovato una stanchezza che sconfinava nella spossatezza. Senso di pesantezza. Fame Pensieri: “Come farò ad affrontare la giornata? Perché sono così stanca?”
Emozioni: Preoccupazione. Anche contentezza al pensiero che per fortuna oggi non ho molto da fare!
E PER TE? Un saluto e… buona pratica!