Lungo l’iter dello sviluppo del linguaggio si verifica un fenomeno particolare: i bambini imparano a dire la parola “no” diversi mesi prima di incominciare a dire la parola “io”. Questo suggerisce, in qualche modo, che per poter evolvere sul percorso della costruzione dell’identità personale bisogna essere in grado di dire i propri no.
Il no esprime il primo confine istintivo che un essere umano pone al mondo esterno; il modo in cui tale no viene recepito dall’ambiente circostante può aiutare – o ostacolare – la costruzione di un’identità indipendente, caratterizzata da esigenze, punti di vista e aspirazioni uniche.
Se non riusciamo ad opporci alle aspettative esterne non solo ci troveremo spesso a vivere in situazioni di grande frustrazione, ma ci capiterà anche di comportarci in modo inautentico.
Questo crea, nel tempo, una disconnessione dalla propria realtà interiore, che, a forza di essere silenziata, finisce per perdere forza e vigore.
Se ci accorgiamo di essere troppo accondiscendenti, anche se ci costerà un po’ di fatica, dunque, è fondamentale intervenire per invertire la rotta: tracciare confini chiari è qualcosa di estremamente salutare e indispensabile per intavolare relazioni autentiche.
Maria Beatrice Toro suggerisce che imparare a dire di no è possibile, anche da adulti, attraverso piccoli esercizi quotidiani, con l’aiuto della consapevolezza e della meditazione, procedendo in modo sereno e progressivo.
- Pensiamo all’ultima volta in cui abbiamo detto di sì controvoglia e valutiamo quanto in quella specifica situazione fossero presenti questi elementi:
- rischio di disapprovazione
- timore di ferire gli altri
- difficoltà a stare nel conflitto, che ci ha fatto optare per il “quieto vivere”.
Ripetiamo questa analisi su almeno altri due o tre episodi, per capire quale sia l’ostacolo interiore maggiore che incontriamo.
- Mettiamo in discussione questi elementi, chiedendoci se davvero ci sono molte prove a favore del fatto che verremo disapprovati, o feriremo qualcuno. Forse siamo influenzati da qualche esperienza sfavorevole cui stiamo dando troppa importanza. Passiamo mentalmente in rassegna tutti le volte in cui, al contrario, abbiamo manifestato il no e nulla di tutto ciò si è verificato.
- Usiamo la gentilezza. Dire di no non è una mannaia da calare, ma un semplice rispondere a una proposta, declinando il nostro rifiuto educatamente, senza sentire di dover giustificare tutto per filo e per segno
Pratica di auto validazione
Meditare può essere di grande aiuto per ritrovare una centratura e favorire il rispetto dei propri diritti. Restando in contatto con i pensieri e le emozioni che suscita in te il tema del diritto a dire di no, prendiamoci un momento di pausa meditativa.
Sediamo tranquilli e notiamo le sensazioni del corpo sui punti di contatto con il suo supporto: i piedi a terra, il bacino a terra o sulla seduta della sedia. Sentiamo il peso del corpo che si scarica, facendo pressione su questi punti di contatto. Sentiamo il peso e la solidità del nostro corpo ben radicato, accolto, sostenuto dal suo supporto. Sentiamoci al sicuro.
Pensiero. Ora, cerchiamo, al meglio delle nostre possibilità, di notare i pensieri e le emozioni che sono state suscitate dal tema del “no”. Diventiamo lentamente più consapevoli di quello che ci sta accadendo ora. Quali pensieri stanno attraversando la nostra mente? Stiamo pensando a situazioni che ci pesano? Stiamo pensando a persone cui diciamo sempre di si?
Emozione. Che emozioni sono presenti ora? In particolare, notiamo ansia, o irritazione, o colpa? Di qualunque cosa si tratti, prendiamoci contatto, senza farci travolgere da essa, mantenendo una calma di fondo.
Auto Validazione. Facciamo un piccolo gesto di auto contatto che conforta, come appoggiare una mano sull’ombelico, o accarezzarsi il viso. Proteggiamo noi stessi dicendo:
“Qualunque no io non sia stato in grado di dire, lo accetto”
“Dò il permesso a me stessa, o a me stesso, di accettare i miei limiti”.
Cambiamento. Sosteniamo noi stessi con affetto dicendo:
“Ho il diritto di stabilire nuovi confini”
“Sono legittimato a chiedere il rispetto degli altri”
Decidiamo, uscendo dalla meditazione, di dire un piccolo no – adesso – a una situazione che non è giusta.