Spesso la fame non arriva solo dallo stomaco. Alcune volte possiamo confondere il languore con alcuni bisogni emotivi. Con il bisogno d’affetto ad esempio. Ce lo spiega la prof.ssa Maria Beatrice Toro in un’intervista sulla rivista Starbene, a cura di Sabina Cuccaro.
Questa nostra modalità ha radici nel passato. Perchè capita che spesso i genitori offrano ai figli il cibo in risposta in momenti precisi come la noia, la delusione o, più semplicemente per capriccio. Ed inevitabilmente, il cibo diventa il modo per consolarsi e, al tempo stesso, gratificarsi. Ma vediamo più nel dettaglio i diversi tipi di fame che ognuno di noi può aver, o può, sperimentare.
Fame da vuoto
Il vuoto non arriva dallo stomaco, ma piuttosto dal cuore. Viene generato dalla mancanza, la quale può essere connessa alla perdita di una persona amata o a un desiderio inespresso che rimane bloccato. Prova a pensare a ciò che ti manca -suggerisce l’esperta. Potrebbe essere una relazione, oppure può riguardare il lavoro, oppure più genericamente non stai vivendo la dimensione della socialità. Anche se non esistono soluzioni semplici ed immediati puoi fare comunque qualcosa per colmare questo vuoto. Assumi un atteggiamento di accettazione e connessione: sei parte di un tutto. Lascia che questa sensazione ti riempia: tu ricevi energia dagli altri ma sei anche tu a darla all’esterno.
Fame degli occhi
Quante persone conosci che mangiano con gli occhi? Magari tu sei proprio una di quelle. Spesso, attraverso lo sguardo, scegliamo cosa ci piace e cosa no senza neanche provare. E’ qualcosa di puramente estetico, un’avidità che va comunque soddisfatta -spiega l’esperta. E allora se proprio non puoi fare a meno di fare tua quel qualcosa che ti attira così tanto, concediti la possibilità di soddisfare la tua fame di cose belle guardando quel cibo nei minimi dettagli prima di gustarlo
Fame mentale
Spesso mangiamo per anestetizzare i pensieri negativi. Quando siamo preoccupati ci concentriamo sul cibo per far si che la nostra mente sia tutta focalizzata su qualcosa di piacevole. Finito lo snack, però, la preoccupazione iniziale viene appesantita dal senso di colpa ed il malessere sembra ingigantirsi. Puoi provare a distarti con un app di gioco oppure con le parole crociate. Così la mente, alle prese con la ricerca della soluzione, sarà libera dalle preoccupazioni senza dover ricorrere al cibo -conclude l’esperta.