Alle radici delle pratiche meditative attualmente più diffuse e utilizzate per il benessere psicologico, come la mindfulness, si trovano tradizioni culturali diverse e antichissime. In particolare, nel contesto della tradizione Theravada, si trovano indicazioni e pratiche che costituiscono uno dei nuclei fondanti della meditazione di consapevolezza, o Vipassana.
La tradizione Vipassana fu insegnata, e tramandata fino a noi, come una vera e propria arte dell’essere consapevoli. Il termine “Vipassana” deriva dalla lingua pali e vuol dire “vedere le cose come sono in realtà“. Attraverso una serie di esercizi codificati la mente viene progressivamente disciplinata ad entrare in uno stato di “assorbimento” e poi, dopo questa sorta di educazione, il pensiero può essere rivolto all’investigazione della realtà.
Nella pratica Vipassana, ciò che è importante non è solo il raggiungimento di livelli molto sostenuti di attenzione e assorbimento, ma anche l’atteggiamento stesso con cui si medita, che, come si può vedere nel filmato che segue, non deve essere nè troppo rigido nè troppo flessibile.
Ci spiega l’importanza di questo aspetto il dott. Andrea Ligozzi, psicologo e praticante senior Vipassana, in questa breve presentazione.