Perché è così difficile (e così benefico) chiedere scusa

Scusarsi aumenta il rilascio di neurotrasmettitori come endorfine e ossitocina. A tutti può capitare di dover chiedere scusa. Riuscirci non è così semplice, eppure è importante farlo: il premio in palio non è solo salvaguardare i rapporti. È anche procurare benefici a mente e corpo

Porgere le proprie scuse è un processo complesso, che richiede una serie di elaborazioni su una buona base di autoconsapevolezza: per questo è “più facile a dirsi che a farsi”.

L’atto di chiedere scusa porta sollievo a chi lo porge, perché aumenta l’autorevolezza e il senso di fiducia.

“Porgere le proprie scuse è un processo complesso, che richiede una serie di elaborazioni su una buona base di consapevolezza”, spiega Maria Beatrice Toro.

Il primo passo da compiere per riuscirci produttivamente è riconoscere a se stessi di aver commesso un’azione poco saggia, magari offensiva, che ha comportato delle conseguenze negative per l’altro.

“Oltretutto, non è detto che l’azione sia stata messa in atto intenzionalmente, può essere stato anche il frutto di una superficialità. Ma la consapevolezza di aver ferito qualcuno richiede di cambiare prospettiva, di mettersi nei panni della persona offesa, di capirne lo stato d’animo desiderando sinceramente di porre rimedio. In sostanza, occorre essere dotati di una sufficiente dose di empatia e di non essere dominati da un orgoglio distorto”, continua Toro.

A complicare il tutto può intervenire un’imperfetta percezione dell’autostima.

Un buon supporto per accettare le proprie luci ed ombre, e imparare anche a chiedere scusa, sono l’auto-ascolto insegnato dalla Mindfulness e la Mindfulness orientata alla compassione perché insegnano a integrare le emozioni negative nella nostra quotidianità, ma allo stesso tempo aiutano a stimolare sensazioni fisiche piacevoli di accoglienza e cura amorevole, superando sensi di colpa e vergogna.

Un aiuto importante arriva dagli esercizi di consapevolezza combinati alla meditazione, in particolare da quelli orientati al perdono degli altri ma anche di se stessi”, spiega ancora Maria Beatrice Toro, che illustra un semplice esercizio di
Mindfulness del perdono.

ESERCIZIO:

Assumi una postura seduta o sdraiata, mantenendo braccia e gambe simmetriche. Ascolta il flusso del respiro che viene e va, sintonizzandoti con il suo ritmo naturale e lascia che corpo e mente si rilassino. Porta l’attenzione al petto, alla gabbia
toracica che si espande e rilassa con l’aria che entra ed esce come un’onda e poi focalizzati al meglio delle tue possibilità sull’area del cuore, mentre porti alla mente le situazioni in cui hai commesso azioni che oggi ritieni sbagliate. Consenti a te stesso di percepire la contrazione che provoca in te.

Quindi respirando dolcemente, prova a sperimentare il perdono attraverso la ripetizione di alcune frasi.

Anzitutto chiedi mentalmente scusa alla persona che hai offeso. E poi prosegui così: sono cosciente di aver in molti modi ferito gli altri. È possibile che io li abbia aggrediti verbalmente, con parole che oggi so che non ripeterei mai più. Forse li ho traditi o abbandonati, causando in loro sofferenza, mentre io ero in quel momento insensibile. Oppure in fondo soffrivo anche io, in preda a insoddisfazione, paura, rabbia o confusione. Senti se ci sono dolore e rimpianto presenti adesso in te.

Se è così, convinciti che finalmente puoi liberarti da questo peso e ripeti mentalmente: ho portato questo dolore nel mio cuore troppo a lungo. Possa io guardare con consapevolezza ai miei errori e perdonarmi. Prendi l’impegno di non rifare le stesse cose in futuro, ripetendo mentalmente la più bella frase che consente di girare pagina: “Mai più permetterò consapevolmente che ciò accada”.

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