L’abbraccio del mondo: in dialogo con Stefano Bettera

Queste brevi riflessioni nascono dal recentissimo libro di Stefano Bettera, che abbiamo letto non solo con la felicità di poter di nuovo leggere le parole di uno stimato intellettuale e nostro amico nella ricerca, ma soprattutto con la voglia di trovare nuovi spunti e ispirazioni per il nostro cammino quotidiano nella mindfulness

Da tempo, ormai, siamo convinti che una ricerca sia valida quando è autentica fino a scuoterti profondamente e cambiare il tuo modo di stare al mondo e dialoghiamo volentieri con pensatori provenienti da altre esperienze.

La storia dell’Istituto di mindfulness Interpersonale nasce dalla meraviglia di fronte alla possibilità di dare nuove dimensioni alla cura di sé e dell’altro attraverso la meditazione, ma non restiamo indifferenti a chi è stato mosso nella sua ricerca da altra meraviglia: quella che scaturisce dalla vita stessa quando la si guardi con occhi di filosofo.

In questo periodo storico, la vita si mostra vulnerabile, ferita da inondazioni, alluvioni, epidemie che non sono il frutto di oscillazioni casuali che si sono sempre verificate nella storia del pianeta, ma sono il frutto amaro del libero agire umano.

Avremmo potuto scegliere di inquinare meno, abbiamo scelto di produrre ossessivamente, potevamo scegliere la sostenibilità, abbiamo scelto di muoverci da un angolo all’altro della terra anche quando sarebbe bastata una videoconferenza.

Sono i giovani che ce lo stanno dicendo, pungolando la politica con il loro personalissimo stile di ribellione, così diverso dalla protesta nelle sue forme novecentesche, ma così crudo nel linguaggio e nelle accuse. Eppure molta parte di noi continua a vivere come se nulla fosse, nonostante l’evidenza, rileva Stefano Bettera. E scrive che la cosa più saggia da fare adesso non è colpevolizzarsi, ma dare compimento all’urgenza di una trasformazione basata sulla consapevolezza; il proprio modo di agire può e deve fondarsi sulla base di una riflessione, di un coraggio di pensare e pensarsi, da una visione lucida della realtà.

La trasformazione parte prima di tutto da un’ecologia della mente che diventa poi impegno concreto nella vita quotidiana. Un insieme di atti e di scelte capaci davvero di fare la differenza nel mondo. E’ una visione che, come praticanti della consapevolezza, ci risuona molto.

Abbiamo visto come educarsi a portare la nuda attenzione al processo del vivere promuova una trasformazione importante e il sorgere di atteggiamenti di gentilezza, cura, responsabilità.

Nell’ottica di Bettera, dare testimonianza a ciò che è, sperimentare con creatività e senza pregiudizi e agire significa realizzare quella forma di impegno e di pratica che include tutto e ci permette di ritrovare l’unità con il mondo. Non sono cose di poco conto!

Sono gli antidoti a un vivere cieco, che la saggezza di diverse tradizioni ci mette a disposizione per scegliere l’armonia e non la guerra, sviluppando quella “mente ecologica” che il pianeta ferito ci chiede. Una mente che è intrinsecamente inclusiva, interconnessa, gentile e, persino, felice.

Ne parliamo con l’autore Lunedì 26 Luglio alle ore 19,00 in diretta sulla pagina Facebook: Secondo Centro di Terapia Cognitivo-Interpersonale

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