La Compassione di Sé: trasformare la sofferenza in gentilezza

La stringente morsa dello stress

Nella vita odierna, scandita da ritmi frenetici e preoccupazioni di ogni sorta, siamo un po’ tutti avviluppati nella morsa stringente dello stress. Nonostante tutti i buoni propositi di allentare un po’ la presa, capita di ricadere preda di schemi abituali che alimentano uno stato doloroso di tensione psico-fisica. Ciò avviene quando ci si focalizza sul passato con sentimenti di colpa e autocritica. Oppure, al contrario, la tensione si sprigiona dalla preoccupazione per il futuro, con vissuti emotivi di ansia e preoccupazione.compassione_thumb_medium250_250

In un certo senso, lo stress è anche il prodotto della complessità del nostro cervello evoluto e di reazioni ancestrali legate alla sopravvivenza; abbiamo tuttavia possibilità di prenderci cura di questo stato di malessere.

Attingere alla consapevolezza

Quando viviamo una situazione di stress, la risorsa interiore tra le più preziose a cui possiamo attingere è la nostra consapevolezza e il concetto di Mindfulness può aiutare a migliorare la nostra qualità della vita.

Il termine Mindfulness inizia a comparire nel mondo clinico una ventina di anni fa ed è la traduzione inglese della Parola “Sati” che, in lingua Pali (la lingua liturgica del Buddhismo Theravada) significa qualcosa come “ricordarsi”, nel senso di tener “tenere bene a mente”, un po’ come: “devo ricordarmi di fare la spesa”, oppure “devo tenere a mente di dirlo a Giovanni”.

Attenzione al momento presente

Nel caso della Mindfulness, si tratta di tenere bene a mente di portare l’attenzione al momento presente, al qui ed ora, a ciò che sperimentiamo in questo momento. Questo concetto, fondamentale nella tradizione buddista, è collegato ad una disciplina meditativa chiamata Vipassana: la Mindfulness, dunque, è una disciplina antichissima e modernissima al tempo stesso.

Protocolli di Mindfulness

Da molti anni è oggetto di rigorose ricerche cliniche ed oggi, la mindfulness, viene inserita nei protocolli terapeutici ufficiali per molti disturbi e problemi, in particolare per la depressione, i disturbi d’ansia e le sindromi dolorose. Sono stati dunque elaborati dei protocolli e delle modalità di intervento che si basano sulla pratica della Mindfulness. Tra i diversi protocolli applicati nelle relazioni di cura e di aiuto, troviamo la Mindful Self-Compassion (MSC) sviluppata dalla ricercatrice americana Kristine Neff, una delle pioniere negli studi sulla Compassione di Sè

c2Tema caro all’etica cristiana, la Compassione non è pietà (provare pietà a volte può essere quasi paralizzante), non è una forma di sentimentalismo, nè una reazione emotiva; bensì una relazione, e come tale, richiede competenze comunicative e relazionali.

Compassione e Auto-compassione

Probabilmentela definizione più conosciuta di Compassione è quella del Dalai Lama che riconosce nella Compassione “l’intenzione“, “il desiderare di” alleviare la sofferenza sia propria che altrui; pertanto, non esiste una  separazione tra empatia per gli altri e l’auto-compassione (in tibetano, infatti, il termine Tsewa comprende sia la compassione per sé che per gli altri). L’auto-compassione, nello spaccato occidentale, propone un invito a promuovere la gentilezza e la comprensione verso sé stessi, sospendendo l’autocritica e il giudizio feroce a cui oggi ci si espone. Contemporaneamente è un sano incoraggiamento a sviluppare un maggiore “senso di interconnessione”, imparando a vedere le proprie esperienze come parte dell’esperienze che possono capitare a tutto il augenere umano, poiché è sempre più frequente il sentirsi diversi, separati e isolati, sin da bambini. Paul Gilbert, Professore di Psicologia Clinica presso l’Università di Derby (UK) ha sviluppato un vero e proprio modello psicoterapeutico basato sulla Compassione (CFT). Gilbert sostiene che le difficoltà ad accedere a questa dimensione, per alcuni pazienti, è la conseguenza di esperienze precoci con figure di attaccamento, caratterizzate da trascuratezza o abuso con temi significativi di vergogna e autocritica.

Obiettivo Terapeutico

L’obiettivo terapeutico, pertanto, è  orientato a focalizzare come certi aspetti dolorosi della propria vita siano emersi senza che se ne potesse far nulla, accompagnando la persona all’apertura di sensazioni di calore umano e vicinanza; le stesse, che in un determinato periodo della sua vita sono state continuamente criticate ed invalidate.

4 elementi essenziali della compassione

La suggestiva concettualizzazione introdotta da Gilbert vede incarnare nel tema della Compassione 4 essenziali elementi:

la saggezza intesa come qualità che deriva dalle esperienze personali, dalla maturità e dall’aver raggiunto la consapevolezza della natura delle cose e delle difficoltà della vita.

La forza nel senso di coraggio e di forza d’animo. Uno degli aspetti più fraintesi della compassione è che spesso viene vista come una forma di debolezza, di “delicatezza”.

Tuttaltro, la Compassione è la forza interiore che deriva dal vedere la vera natura della sofferenza del mondo e di poter agire, consapevolmente, con tutte le abilità che abbiamo a disposizione.

– L’elemento del calore, contraddistinto da segnali verbali e non verbali di interesse e gentilezza, che hanno qualità calmanti; non solo, il calore favorisce la condivisone di emozioni positive fra gli individui che stimola il piacersi, l’affetto e sentimenti di connessione con gli altri.

– La qualità del non giudizio che implica, di fatto, l’assenza di auto-condanna e tutti gli aspetti solitamente correlati ad essa, come “forzare” il cambiamento, cercare di  sbarazzarsi delle cose e volerle distruggerle. E’ piuttosto una sensazione di responsabilità unita al desiderio di cambiare.

Compassione si sè e benessere emotivo

Gli studi clinici dimostrano che lo sviluppo di tali qualità circoscritte alla Compassione di Sé  presentano un forte legame con il benessere emotivo, con la capacità di adattarsi agli eventi della vita con livelli più bassi di ansia e di depressione, con abitudini più salutari (come ad esempio fare movimento o seguire una dieta) e con delle relazioni cuoreinterpersonali più soddisfacenti. Tali risorse interiori posso essere apprese ed esperite con ottimi risultati attraverso percorsi specifici mindfulness-based che hanno l’obiettivo di connettere le capacità di consapevolezza e di auto-compassione:

  • la Mindfulness può insegnare a muoverci nelle esperienze difficili (pensieri, emozioni e sensazioni) con una consapevolezza amorevole;
  • la Self-Compassion,  può portare questa consapevolezza amorevole proprio a noi stessi ponendo l’accento sulla crescita personale e sullo sviluppo delle proprie risorse emotive.

In conclusione, sviluppare la Compassione di Sè può favorire calma e conforto in noi stessi, motivandoci ad entrare con coraggio in tutte le situazioni dove sentiamo di aver sbagliato qualcosa o in cui ci percepiamo inadeguati. Facendo ricorso, almeno in parte, al nostro senso innato di compassione verso gli altri, possiamo gradualmente imparare a rivolgerla a noi e per noi.

                             “Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione. Se vuoi essere felice tu, pratica la compassione” (Dalai Lama)

Articolo del Dott. Antonio Petracca

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