L’accettazione non è passività

Quando parliamo di Mindfulness parliamo di un esercizio di attenzione consapevole a ciò che c’è prendendone atto e coltivando un atteggiamento di accettazione. L’accettazione delle cose negative e dolorose però non è affatto semplice perché naturalmente siamo portati ad allontanarci dalle situazioni di dolore e sofferenza. E’ importante spendere perciò qualche parola sul concetto di accettazione.

Allontanarsi

Allontanarsi da qualcosa o qualcuno che ci sta facendo del male è sicuramente un comportamento adattivo e funzionale. A volte, però, le situazioni che ci provocano sofferenza non sono risolvibili nell’immediato o non è ancora chiaro come possano essere risolte. Un lutto, una malattia o una separazione hanno un portato di sofferenza che ci accompagnerà per un certo tempo e che andrà modificandosi nel tempo.

La strategia migliore

In questi casi la strategia migliore non sarà quella di tentare a tutti i costi di evitare, soffocare e negare le sensazioni e i gli stati d’animo sofferenti che ci accompagnano, ma di cambiare la relazione che si ha con essi con lo scopo di ridurne l’impatto. Fuggire e rifiutare di osservare e vivere l’esperienza del malessere porta infatti spesso a conseguenze negative dal punto di vista psicofisico come l’isolamento o un’ ossessiva ricerca di cose da fare, impegni, distrazioni nella spasmodica rincorsa al non pensare e non sentire, vivendo nella “modalità del fare” come anestetizzati.

Accettare non significa arrendersi

Questo modo di fare può impedirci di sentire quel dolore ma ci sta impedendo anche di osservarlo, comprenderlo, accettarlo ed elaborarlo. Accettare non significa arrendersi alla sofferenza e farsi sopraffare da essa, significa compiere il primo passo per la sua risoluzione. L’accettazione delle situazioni difficili non vuol dire stare sotto un temporale, immobili, senza ombrello, aspettando semplicemente che passi ma significa rendersi conto che in questo luogo e in questo momento sono sotto un acquazzone, e con ferma consapevolezza e presenza a me stesso, in questo momento, potrò impegnarmi creativamente per cercare le risposte migliori.

Allenarsi ad esserci

Accettare significa allenarsi ad essere qui, abbandonando l’idea che il passato poteva andare in modo diverso e che il futuro potrà essere sempre programmato e controllato. Non è un allenamento alla rassegnazione: le cose cambieranno; arriveranno risposte ma il momento presente è il luogo dove ogni cambiamento ha inizio.

Accettazione di sè

L’ accettazione di sé e di quello che c’è è il primo passo per la condizione o la sensazione di benessere alla quale aspiriamo. Per allenare l’accettazione di sé può essere utile iniziare ad essere più pazienti, comprensivi e gentili con se stessi, quando ci si sente inadatti o incapaci dirsi che è una condizione passeggera, ricordarsi che il dolore fa parte della condizione umana e che anche alle altre persone capita ed è capitato di sentirsi come ci sentiamo noi.

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