Corso mindfulness MBSR: che cosa è e come partecipare

Online sulla piattaforma zoom

Da secoli, in molte tradizioni contemplative e filosofiche, la pratica della consapevolezza è un asse portante dello sviluppo della saggezza, della comprensione o dell’unione con l’assoluto. È per merito di Jon Kabat-Zinn se oggi la meditazione di consapevolezza è accessibile a tutti, in un contesto aperto, laico e secolare, attraverso un percorso strutturato di otto settimane i cui benefici sono stati ampiamente dimostrati dalla letteratura scientifica.

Durante il corso MBSR si impara ad accedere al nostro stato di presenza originaria: una possibilità che è sempre disponibile, ma che accogliamo raramente, dato che non siamo allenati alla capacità di essere presenti.

«La mindfulness può essere intesa come una consapevolezza non giudicante, momento per momento, coltivata prestando attenzione al momento presente, in modo accurato e più aperto possibile. Quando la presenza mentale è coltivata intenzionalmente, ci si riferisce talvolta a essa come mindfulness intenzionale. Quando sorge spontaneamente, come tende a fare sempre più quando è coltivata intenzionalmente, la si definisce talvolta senza sforzo. In fin dei conti, comunque ci si arrivi, la mindfulness è la mindfulness.»

(Kabat-Zinn)

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CONDUTTORI

Maria Beatrice Toro Presidente Istituto Mindfulness Interpersonale

Marco Mariotti – Consigliere Istituto Mindfulness Interpersonale

Periodo e Orari

Dal 23 marzo all’11 maggio, ogni mercoledì dalle 18,30 alle 20.30 su piattaforma Zoom

Cosa imparerai
  • Vivere pienamente il momento presente
  • Vivere in modo più libero dai condizionamenti interni ed esterni
  • Migliorare la tua vita quotidiana
  • Gestire in modo efficace lo stress attraverso la meditazione
  • Migliorare il tuo modo di relazionarti e comunicare
  • Migliorare il tuo rapporto con il corpo
  • Implementare abitudini più salutari

Costi

Il costo è di euro 230,00. Con fattura detraibile

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 Programma degli incontri

Uscire dalla modalità del fare

Un gran numero di azioni nella nostra giornata sono di questo tipo: automatiche e inconsapevoli. Le compiamo senza rendercene conto: andiamo veloci e svolgiamo più azioni contemporaneamente, ma ci accorgiamo davvero di quello che sta accadendo? Viviamo realmente quei momenti? Siamo consapevoli di cosa pensiamo, guardiamo? E siamo davvero liberi di scegliere come reagire alle cose che ci capitano?

La risposta è fin troppo spesso “no”, e neanche ce ne accorgiamo. Viviamo col pilota automatico inserito, nella modalità del “fare” e… non stiamo veramente vivendo.

Per disinnescare la modalità automatica abitudinaria e vivere il presente con pienezza, nel primo incontro ci si eserciterà a portare l’attenzione intenzionalmente e in maniera non giudicante al momento che si sta vivendo, ad esempio all’atto del mangiare (esercizio dell’uvetta) o alle sensazioni del corpo (body scan).

Raccogliere la mente dispersa

In questa seconda sessione si esercita la calma concentrata attraverso la meditazione sul respiro. Parliamo delle difficolta che si incontrano più comunemente quando si cerca di raccogliere la mente.

Approcciarsi con una mente aperta e interessata agli ostacoli che si presentano quando ci si ferma a meditare è uno dei frutti che si possono cogliere dall’albero della mindfulness. Si potranno notare pensieri e giudizi che ci mettono in difficoltà e, anziché evitarli, li andremo a incontrare in modo aperto. Impareremo ad aprire diverse porte nella nostra mente, dalle quali far entrare e uscire ospiti desiderati e indesiderati permettendoci però di conoscerli.

Prendere consapevolezza delle difficoltà che accompagnano la pratica aiuterà ad andare avanti nella pratica stessa. Il protocollo può essere infatti rappresentato come un viaggio, di quelli on the road, che più si va avanti e più si fa curioso e interessante. Ogni tappa può regalarci qualcosa di inaspettato e prezioso se siamo pronti a vederlo e disposti a viverlo. La meta in questi viaggi non è più in primo piano: si vive il tragitto, si sta nel percorso con le scoperte e le difficoltà che ci regala a ogni nuova tappa

Abitare il momento presente

Nella vita di ogni giorno ci allontaniamo costantemente dalla nostra dimora: il qui e ora. In questo incontro scopriremo “il potere di adesso”.

Possono esserci di aiuto le parole del Buddha: Colui che dimora ardentemente così nel momento presente, che si impegna di continuo, giorno e notte, è detto colui che si diletta dell’unica cosa che conta, è definito calmo, saggio

L’unica cosa che conta per evolvere come persone è abitare il momento presente con consapevolezza. con tutte le possibilità che possono esserci. Impariamo ad aprire la nostra attenzione a questo momento e a osservare il mondo e noi stessi con uno sguardo curioso e attento, ogni volta come se fosse la prima volta. Se ci alleniamo, giorno dopo giorno, potremmo stupirci di quanto solitamente non vediamo o sentiamo. In questa sessione impareremo ad abitare il momento presente e lo faremo attraverso il corpo fermo e in movimento. Apriremo la nostra attenzione alle sensazioni corporee introducendo pratiche di mindful yoga e meditazione camminata

Gestire lo stress, il killer silenzioso

Il focus di questo incontro è la nostra reattività, in particolare la reazione di stress. Cosa intendiamo con questo termine? Si tratta di una categoria molto ampia, nella quale ricadono un certo tipo di pensieri negativi, emozioni ingestibili e sensazioni fisiche spiacevoli con cui reagiamo a un evento che avremmo voluto evitare. Lo stress non è solo un atteggiamento, è una modalità di attivazione psicofisiologica e ormonale che incide nocivamente sull’organismo.

Nel quarto incontro, proviamo, per quanto possibile, a invertire questo modo di reagire alle difficoltà che inevitabilmente si presentano nella vita. Anziché agitarci e cercare in ogni modo di rifiutarle, proviamo a conoscere quello che ci sta succedendo. E per farlo occorre ammorbidirsi, lasciarsi attraversare, incontrare senza pregiudizi le nostre sensazioni, le nostre emozioni e i nostri pensieri. Riconoscendoli, potremmo scoprire che è possibile un altro modo di stare con quello che c’è, un modo più libero. È da questa libertà che può nascere una nostra risposta saggia, creativa, gentile e compassionevole verso noi stessi e verso gli altri.

Capire e cambiare

La quinta sessione segna la metà del percorso. Siamo arrivati al cuore del protocollo MBSR: fare conoscenza con i pensieri automatici che ci passano per la testa che inducono stress e malessere. Si impara a rispondere allo stress invece che reagire automaticamente a esso.

L’esperienza maturata con le pratiche formali (body scan, yoga, meditazione seduta e camminata) e informali è ora sufficientemente solida e chiara da poter comprendere come la mindfulness può migliorarci la vita.

Essere consapevoli permette di distaccarsi da una serie di cose poco salutari che facciamo e scegliere intenzionalmente strategie di coping più efficaci. La nota pratica dello STOP (Fermati, Respira, Osserva e Fai) offre un modo per fermarsi, interrompere i cicli abituali di reazione, osservare con più equilibrio cosa sta succedendo e decidere cosa fare.

Mindfulness per le relazioni

L’obiettivo della sesta sessione è quello di aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza interpersonale, ovvero la capacità di mantenere un buon equilibrio emotivo negli scambi comunicativi, per godere appieno l’intimità dei legami e non farci travolgere dalle interazioni più stressanti.

Impareremo a vivere in modo centrato ed equilibrato momenti di confronto sfidanti e i rapporti complicati con “persone difficili”, come colleghi e superiori, partner o familiari (stress cronico). Per raggiungere questa abilità vengono proposti esercizi specifici.

E’ necessario, altresì, mettere in pratica tutte le competenze che abbiamo maturato durante il programma: la consapevolezza delle nostre reazioni fisiche e la capacità di prendercene cura, la disponibilità ad accettare quello che accade senza giudicarlo reattivamente, l’attitudine a decentrarsi e riconsiderare la situazione da altri punti di vista.

Viene sperimentata una nuova meditazione: la choiceless awareness, tratta dalla tradizione Vipassana

Portare la meditazione e la compassione nella quotidianità

Siamo quasi giunti alla conclusione del cammino di consapevolezza. Come abbiamo detto all’inizio del protocollo non ci diamo obiettivi, non ci creiamo aspettative ma, molto semplicemente, succede che vogliamo capire dove ci porterà questo nostro cammino.

È la curiosità o, anche, la volontà di cambiare le cose.

Abbiamo sperimentato una vasta gamma di vissuti, ci siamo messi alla prova, abbiamo mollato a volte, abbiamo ripreso la pratica fiduciosi proprio nella pratica stessa. Durante le diverse sessioni abbiamo sperimentato meditazioni sedute, pratiche in movimento, ci siamo aperti nelle condivisioni in gruppo, abbiamo conosciuto l’altro, abbiamo conosciuto noi stessi con le nostre risorse e i nostri limiti. Ci siamo allenati negli incontri e nelle pratiche a casa.

Ma può la mindfulness limitarsi a un allenamento con la pratica formale e negli incontri di gruppo? Ovviamente la risposta è no. A questo punto del percorso facciamo un balzo in avanti, portiamo la mindfulness nella nostra quotidianità.

Introduciamo un allenamento alla compassione: la pratica di metta, o gentilezza amorevole

Un nuovo inizio

L’ultimo incontro del programma MBSR affronta temi cruciali: la fine di un’esperienza (con la necessità di ricapitolare e valutare quanto si è appreso) e l’inizio di un nuovo modo di affrontare la vita, le difficoltà e lo stress, con tutta l’energia che deriva dall’applicazione delle nostre nuove capacità.

Si parla di come proseguire nella pratica e di quali risorse sono a disposizione – letture, audio e video, gruppi e incontri – per sostenerci una volta terminati gli incontri settimanali. È importante capire che curare la pratica è curare se stessi.

Utilizziamo questo ultimo incontro, dunque, per progettare un modo congeniale di proseguire per ciascun partecipante. Nessuno è solo di fronte a questo compito: libri, audio e compagni di pratica possono sostenerci nel cammino. Ciascun meditatore fa parte di una comunità ampia che condivide con lei o con lui l’intenzione di una vita più integra, piena, rispettosa e consapevole.

Introduciamo un allenamento alla compassione: la pratica di metta, o gentilezza amorevole

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Come scrive Jon Kabat Zinn:

Accettate senza riserve il presente e le vostre sensazioni, non cercate di cambiare nulla, limitatevi a respirare e rilassarvi. Lasciate che questo momento sia esattamente com’è e lasciate a voi stessi la libertà di essere così come siete. Poi, quando sarete pronti, muovetevi nella direzione dettata dal cuore: consapevoli e risoluti!

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