La storia di cui Beatrice fa cenno nel video è successa in gennaio,
Scrive:
“Alle due del mattino ho percepito un dolore al petto che mi
ha spezzato il fiato… immersa nel sonno,
ho fatto una gran fatica a capire che cosa stesse succedendo.
Ricordo distintamente che cercavo di svegliarmi, come se quella
lama che mi trafiggeva dalla gola allo stomaco fosse soltanto
un incubo, di cui mi sarei liberata una volta tornata lucida. Ho
sempre contato, come tutti, sul controllo! E non potersi muovere, stare al buio con gli occhi spalancati
è stata un’esperienza tanto estranea che l’ho allontanata
da me, ho provato a spingerla via e relegarla nel mondo di ciò
che non è reale.
E invece era tutto tremendamente vero… come la corsa in
ospedale, il codice rosso, la barella e i macchinari con le spie
luminose e i suoni che dicevano che il mio cuore era impazzito; ero inerme ma cosciente, respiro dopo respiro, momento dopo momento, battito dopo battito. Viva. Vulnerabile. Ho pensato che stavo per andarmene: sono quei momenti in cui la vita ti passa davanti agli occhi. Ho pensato che potevo andare via in pace, che avevo avuto molto e non lasciavo nessun disastro alle mie spalle.
In quei momenti drammatici, è stata la pratica di mindfulness
ad aiutarmi più di tutto il resto. La presenza continua e rassicurante
del respiro lento e profondo, che mi cullava da dentro,
mi ha sostenuta mentre ero totalmente ignara di quello
che sarebbe accaduto: qualunque cosa fosse, ero presente a essa
senza panico e senza rabbia.
Dopo il ricovero ho dovuto cambiare abitudini, ma ho percepito la
forza gentile della consapevolezza accompagnarmi giorno dopo
giorno in questo compito. Per questo ho deciso di mettere nero su bianco tutto ciò
che conosco sulla meditazione consapevole e di scrivere le storie
di altre persone a cui meditare ha cambiato la vita… in fondo,
quando si vive un’avventura, la cosa più bella è poterla raccontare.”
Come spiego nel video “Storie di Mindfulness” la presenza mentale mi ha radicalmente cambiato la vita…ma come si fa a entrare in uno stato di presenza mentale?
Secondo Kabat-Zinn, la strada maestra è quella della meditazione di consapevolezza.
Il fondatore del metodo mindfulness propone un modo semplice di meditare, attraverso brevi esercizi e momenti di autoconoscenza che ci aiutano a far fluire liberamente la nostra natura più profonda.
Praticando la mindfulness abbiamo accesso, infatti, a un modo di essere che dovrebbe essere il più naturale di tutti, ma
che paradossalmente ci è spesso sconosciuto. Gli esercizi durano da pochi minuti a sessioni di un’ora circa. Anche se non si è meditanti esperti, la pratica è in grado di restituirci subito qualcosa dello stato originario di presenza che contiene in sé saggezza e vitalità.
Con la meditazione l’orizzonte della coscienza si apre, mentre la mente si libera a poco a poco dalla morsa dei «pensieri negativi automatici» ovvero in una fitta rete di rimuginazioni in cui tanto spesso finiamo incastrati.
Quando riusciamo a mettere in pausa il nostro consueto film mentale, veniamo felicemente condotti dalla nostra stessa esperienza meditativa a riconoscere la ricchezza di ciò che si offre alla percezione, momento dopo momento.
L’attenzione viene guidata a rivolgersi direttamente a ciò che stiamo vivendo, attimo per attimo, invece che vagare tra pensieri e aspettative che portano molto lontano dalla realtà.
Possiamo coltivare la consapevolezza, secondo la definizione originaria di Kabat-Zinn, attraverso un modo particolare di prestare attenzione:
• con intenzione
• al momento presente
• in modo non giudicante.
Questa modalità produce presenza mentale e un benessere che ci accompagna nella vita di ogni giorno rendendola… uguale, ma anche un po’ diversa: è difficile spiegarlo se non si prova!
Ci vuole un po’ di impegno, perché meditare è semplice ma è comunque una sorta di «lavoro». Per quanto gratificante e liberatorio sia, dobbiamo scegliere di trovare il tempo per farlo.
Tuttavia quando lo faremo – seduti, sdraiati, o camminando – potremo incontrare il nostro presente, e saremo vigili, svegli, coscienti di noi stessi. La pratica mindfulness illumina la magia del presente e ci mostra la ricchezza infinita di quello che già c’è davanti ai nostri occhi.
Vedremo e vivremo appieno qualcosa che era «già lì» ma che, vissuto superficialmente, non riusciva a sprigionare il suo potenziale di bellezza e di gioiosa connessione con noi e con il resto del mondo.
*Estratto dal libro di Maria Beatrice Toro “I 7 pilastri della Mindfulness. La via per liberarsi da rabbia, stress e sofferenza interiore” acquistabile nelle migliori librerie oppure al link di seguito