Di Antonio Petracca
Nell’agire quotidiano e, fagocitati dalle nostre attività, siamo perennemente trainati dalla necessità di “stare sul pezzo”, connessi in multitasking con ciò che c’è da fare e sempre più disconnessi da noi stessi e dai nostri bisogni profondi. In questo senso, ingabbiati dalla morsa dello stress, quanto abbiamo giovato dell’inaspettata e sentita pacca sulla spalla di un nostro collega, di una coccola ricevuta dal nostro partner, piuttosto che dell’abbraccio ricevuto da una cara amica… può avere un “effetto calmante” anche il solo accesso, in questo istante, ad una memoria di accudimento ricevuto!
In realtà il potere trasformativo di questo “effetto calmante” in noi ha delle spiegazioni chiare e fondate su Studi ormai accreditati nel campo della Neurofisologia.
Basta pensare alle affascinanti ricerche sulla “Heart Rate Variability” (HRV),”la Variabilità Interbattito”, ovvero un indicatore del benessere psicofisiologico di ogni essere umano che, mediante la misurazione della variabilità cardiaca, rappresenta un indice di efficienza dell’autoregolazione emotiva dell’organismo.
Numerosi studi attestano che in situazioni di rimuginio, ansia, o di stress, si osserva una bassa Variabilità Interbattito. Diversamente, alti livelli di HRV, sono associati a situazioni sociali in cui siamo connessi con l’altro: i segnali di conforto e di protezione attivati da un altro essere umano, espressi banalmente in un abbraccio, aumentano la capacità di gestire e modulare le proprie risposte emotive e di conseguenza favoriscono una maggior abilità di ragionare in maniera funzionale ed attuare strategie efficaci per gestire i propri problemi.
Ma in questo tempo di forzato isolamento sociale come possiamo nutrire, altrimenti, il legittimo bisogno di prossimità fisica e di accudimento se l’altro non può più esserci come desideriamo?
E quindi… nella consapevolezza del suo potente effetto rigenerante, è possibile allenare e migliorare la propria Variabilità Interbattito?
La risposta è Si!
E’ormai accreditato che la pratica di esercizi respiratori, come la respirazione diaframmatica, oppure esercizi immaginativi di visualizzazione piuttosto che le pratiche di Mindfulness favoriscono un significativo aumento del tono vagale e dunque il raggiungimento di un maggior benessere psicofisico; numerose ricerche, inoltre, hanno validato l’ipotesi che la Variabilità Interbattito sia anche il principale indice fisiologico dell’attivazione della Compassione.
La Compassione è una risorsa psicologica che nasce dalla sensibilità al dolore proprio o dell’altro, congiunta al profondo impegno per alleviarla.
Paul Gilbert ne riconosce tre flussi:
– la Compassione che riceviamo dagli altri
– la Compassione che sviluppiamo per gli altri
– La Compassione che sviluppiamo verso Noi stessi.
Proprio attraverso pratiche meditative specifiche, accuratamente esperite nel corso dei Training dedicati, è possibile sviluppare la Compassione verso sé stessi: l’esplorazione curiosa e gentile del proprio corpo, mediata dalla stimolazione di alcuni punti sensibili strettamente connessi all’aumento del tono vagale – come la pronuncia sobria di un sorriso, piuttosto che dare a se stessi il permesso di abbracciarsi o di accarezzare il proprio viso – può aumentare potentemente il benessere psico fisico e, nell’aumento dell’HRV, favorire la qualità dell’ accudimento verso sé stessi.