Perchè meditare? Intervento di Marco Mariotti

Lo scorso 7 Settembre i docenti esperti del corso per istruttori di mindfulness, dell’Istituto di mindfulness interpersonale, si sono confrontati in streaming sul tema della meditazione.

E’ stata una conferenza a più voci con l’obiettivo di spiegare come la meditazione sia entrata nella vita di ciascun  esperto.

Tra tutti gli esperti vi è Marco Mariotti, curatore del libro “Manuale per per istruttori di mindfulness” e conduttore di protocolli per la riduzione dello stress.

Secondo l’esperto di mindfulness la domanda “perchè meditare?” è una domanda davvero difficile poichè le motivazioni per rispondere sono molteplici: ad es. perchè si sta meglio, perchè si raggiunge uno stato di tranquillità, perchè diminuisce l’ansia… Motivazioni scientifiche e supportate.

L’aspetto che suscita maggiormente l’interesse di Marco Mariotti è il rapporto tra i pensieri e il corpo, motivo che lo ha spinto qualche anno fa a scoprire, quasi per caso, la meditazione. 

Inoltre, nell’intervista si fa riferimento al libro “Yoga” di Emmanuel Carrère poichè, tra le prime pagine del testo, l’autore spiega le motivazioni che lo hanno spinto ad imbattersi in un ritiro abbastanza impegnativo e, tra queste, quella del “mettere ordine tra i pensieri e gli effetti che questi hanno sul corpo” è quella che ha colpito maggiormente Marco Mariotti.

Quest ultimo negli anni ha scoperto l’esistenza di un fortissimo collegamento, che spesso sfocia in un circolo vizioso, tra i pensieri, il prodotto della mente e le sensazioni e reazioni del corpo.

Si pensi ad es. alla situazione in cui si pensa: “ho preso freddo e di conseguenza adesso mi viene una polmonite”. Questo è qualcosa che ha accompagnato Marco Mariotti per molto tempo.

Iniziando a praticare però, attraverso un processo abbastanza difficile e doloroso, ha scoperto come questo circolo possa essere interrotto, placato e gestito in modo più tranquillo, capendo che le problematiche del corpo sono strettamente legate alla mente e che quindi meditando si può riuscire assolutamente a tenere distaccate queste due modalità, accettando il pensiero per quello che è così come per le difficoltà del corpo.  

In questo modo l’esperto di mindfulness racconta di riuscire ad approcciare meglio con il proprio corpo, con quello che succede al suo interno, il quale ultimamente sta migliorando tantissimo: racconta di sentirsi più tonico, più in forma, meno stanco e più energetico perchè pian piano sta riuscendo a non far dominare la sua fisicità dalla mente. Tutto questo ovviamente in un processo che comprende anche avere meno ansie, preoccupazioni, vivere quindi il presente, momento per momento.

Forse il pensiero che può riassumere un pò tutto è quello di: “essere e non essere vissuto, essere e prendere consapevolezza di sè e non lasciare che quello che accade diventi i propri pensieri e la realtà.”

Vivere quindi totalmente la propria vita con la consapevolezza delle proprie fragilità.

In conclusione racconta che, insieme a Maria Beatrice Toro, vorrebbe impegnarsi a lavorare con persone aventi una difficoltà specifica la quale origina da una fragilità corporea, ambito in cui tral altro è nata la mindfulness:  si pensi al fondatore del metodo, Jon Kabat-Zin kabaz, che nel suo ospedale proponeva la mindfulness ai pazienti affinchè potessero vivere le fragilità del loro corpo e i propri limiti come qualcosa che non doveva assolutamente oscurare la bellezza del presente e del vivere. 

 

 

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