Lo scorso 7 Settembre i docenti esperti del corso per istruttori di mindfulness, dell’Istituto di mindfulness interpersonale, si sono confrontati in streaming sul tema della meditazione.
E’ stata una conferenza a più voci con l’obiettivo di spiegare come la meditazione sia entrata nella vita di ciascun esperto.
Tra le voci del dibattito c’è stata quella di Carolina Traverso, intervis
tata da Maria Beatrice Toro.
Carolina è scrittrice (Mente calma, cuore aperto – Semplicemente single) e presenza storica della mindfulness in Italia, la cui formazione è avvenuta con i fondatori del metodo.
Racconta di essersi avvicinata alla meditazione intorno ai 26-27 anni, anni in cui viveva a Londra.
L’esperta ha iniziato a meditare insieme ad una monaca buddhista, ad ogni meditazione rimaneva sempre più entusiasta e sollevata, senza capire cosa succedesse veramente dentro di sé.
Carolina percepiva qualcosa di buono e allo stesso tempo era alla ricerca di capire come si potessero portare strade benefiche nella psicoterapia, che non fossero solo quelle convenzionali e quelle imparate fino a quel momento.
Racconta inoltre che durante un ritiro di yoga a Goa, con un’insegnante indiana e una psichiatra svedese, spiegò i tanti benefici che nutriva dalla meditazione senza purtroppo però riuscire a trovare la chiave per portarli nelle sua vita, sia personale che professionale, in modo laico e democratico. A tal proposito la psichiatra le consigliò il lavoro di Jon Kabat-Zinn e così si avvicinò a questo metodo della mindfulness.
Carolina fa riferimento ad una capacità presente in ognuno di noi: essere nella relazione di amicizia con la propria esperienza interna e con quello che accade intorno.
Infine, l’esperta conclude affermando essere tantissime le cose da poter dire sul “perchè meditare”, forse però uno degli aspetti che colpisce tantissimo le persone, ed è quello che poi ha colpito anche lei, è che quando si medita si scopre qualcosa di non scontato: <<Noi non siamo i nostri pensieri, questi ultimi non sono verità assolute bensì narrazioni che possono essere osservate da un altro punto di vista il quale emerge spontaneamente ed è proprio quella la nostra parte mindful.>>