Lo scorso 7 Settembre i docenti esperti del corso per istruttori di mindfulness, dell’Istituto di mindfulness interpersonale, si sono confrontati in streaming sul tema della meditazione e sul contributo che essa ha concretamente offerto alle loro vite.
Non è stata una conferenza tradizionale ma un dialo
go a più voci tra cui, in ordine di presentazione, quella di Maria Beatrice Toro.
L’esperta, formata presso il British Mindfulness Institute, racconta di aver iniziato l’avventura di insegnamento della mindfulness intorno al 2015, un’avventura dalla quale sono nate poi una serie di relazioni, amicizie e connessioni, anche con gli allievi, e si definisce grata per tutto ciò.
Maria Beatrice Toro racconta di non aver scelto la meditazione ma è stata quest’ultima ad aver trovato e scelto lei.
Ricorda quando da bambina le è capitato, all’interno di un corso di arti marziali, di incontrare la “pratica della meditazione seduta” poichè il maestro, formato nell’ambito delle arti marziali, proponeva in una parte dell’allenamento di meditare seduti e di porre attenzione al respiro, in particolare nella zona dell’ombelico. Per l’esperta questo è stato il primo incontro con quella sensazione che non si può descrivere se non provata prima e che rappresenta il passaggio da una modalità di vivere orientata all’azione a una modalità riflessiva e contemplativa.
In qu
esta prospettiva riporta di aver sentito un senso di sicurezza che ancora oggi, a distanza di qualche decennio, trova sempre di più all’interno della pratica meditativa, come se nel tempo fosse diventata una casa di cui non farebbe a meno, qualcosa di personale.
Infine, quando ha scoperto di poterla trasmettere, perchè la tradizione della mindfulness (meditazione laica) consente a chiunque (psicoterapeuti e non) di insegnare una forma di meditazione senza presupposti religiosi, si è sentita libera di utilizzarla all’interno della sua professione riuscendo così ad unire due sfere importanti: privata e professionale.