Come scrive Calvino:
“Alla precarietà dell’esistenza della tribù, – siccità, malattie, influssi maligni – lo sciamano rispondeva annullando il peso del suo corpo, trasportandosi in volo in un altro mondo, in un altro livello di percezione, dove poteva trovare le forze per modificare la realtà. In secoli e civiltà più vicini a noi, nei villaggi dove la donna sopportava il peso più grave d’una vita di costrizioni, le streghe volavano di notte sui manici delle scope e anche su veicoli più leggeri come spighe o fili di paglia”.
Osiamo seguire queste suggestioni: alleggeriamoci dall’obbligo di preoccuparci costantemente per qualcosa; ci illudiamo di sviscerare le questioni complicandole, crediamo di approfondire e ci stiamo solo incartando…
Lasciamo per qualche minuto le ansie di una vita: non scappano, le ritroveremo ad aspettarci! Ma, intanto, lasciamo tutto per seguire le tracce di percezioni delicate, rarefatte e, liberandoci di ogni valutazione scopriremo l’intensità dell’esserci.