Medito e sono felice!

I bambini hanno il grande privilegio di possedere una mente che sa stupirsi, incuriosirsi, che rimane affascinata anche da situazioni talvolta ridondanti e ripetitive perché è in grado di andare in profondità ed esplorare una stessa esperienza da differenti punti di vista con l’ausilio di tutti i sensi.

Questa peculiarità viene definita da Kabat Zin come la mente del principiante. Nella mente del principiante ci sono molte possibilità perché manca la stratificazione di pensieri e valutazioni che pur nella loro indiscutibile utilità riducono, tuttavia, la visuale rischiando di far sprofondare gli individui, adulti o bambini che siano, entro i vicoli ciechi del pregiudizio. Nella prefazione della Dott.ssa Nicoletta Cinotti al libro “Medito e sono felice” di Bernard Boudouin, la psicoterapeuta bioenergetica e istruttore senior di programmi mindfulness (www.nicolettacinotti.net) fornisce informazioni utili agli adulti per introdurre i bambini alle pratiche di mindfulness e aiutarli a mantenere ed alimentare la mente del principiante, senza esporli al rischio di perderla con la crescita. I bambini, sin da piccini, sono capaci di grande concentrazione, amano esplorare con attento interesse il mondo, sono facili alla curiosità, sono in grado di aprirsi fiduciosi alla crescita e di approcciare con stupore alle esperienze ma, nonostante tutto, basta poco per generare nella loro mente delle distrazioni e un notevole livello di stress. La meditazione di Mindfulness può essere, per i bambini, uno strumento utile per coltivare queste qualità, interviene nella regolazione delle emozioni, nello sviluppo delle funzioni cognitive e nella capacità di gestione dello stress. Spesso i bambini sono agitati o iperattivi perché sono stressati. Gli adulti cercano di offrire quante più opportunità possono ai propri figli sottovalutando, spesso, l’effetto che genera in loro la mole di impegni cui vengono sottoposti. I bambini hanno agende fittissime di impegni scolastici, sportivi, sociali. Questa sovraesposizione se da una parte è vantaggiosa perché genera numerose occasioni di crescita, dall’altra è deleteria perché sovraccarica la mente stressandola e rende i bambini più inclini a un attenzione divisa e troppo labile, li indirizza verso un fare eccessivo e non lascia sufficienti spazi vuoti per la fantasia, non consente al bambino di sperimentare la noia e la capacità di tollerare un attesa.

Questa situazione caratterizza i bambini e ancor più gli adolescenti che devono affrontare sfide tortuose adeguandosi a richieste sempre più pressanti ma con una capacità emotiva ancora fragile e immatura. Come scrive Nicoletta Cinotti, “se non vogliamo che un infanzia felice sia solo un mito, è necessario introdurre elementi a sostegno di una curiosità sana, insegnare ad accettare che la vita può essere piacevole o spiacevole, che un attenzione prolungata si trasforma in impegno e che l’impegno produce apprendimento e non solo fatica. Questi elementi danno equilibrio alla relazione tra il fare e l’essere. Tra il riposo e l’attività. Aiutano il bambino, ma anche il genitore, ad assaporare il tempo a disposizione con il solo obiettivo di stare insieme”.

Per aiutare, per esempio, il bambino a prendere coscienza del proprio corpo e a familiarizzare con le reazioni più intime agli stimoli esterni, suggeriamo un esercizio proposto nel libro “Medito e sono felice”, una variante del body scan proposto agli adulti dal titolo “La piccola formica”.racconti-per-ragazzi-la-piccola-formica-operaia

Durante la pratica viene chiesto al bambino di sdraiarsi sul letto o su un tappetino, chiudere o socchiudere gli occhi, rimanere immobile, aggiustare gambe, braccia, mani e testa così da assumere una posizione comoda e sentire il corpo che riposa nella posizione sdraiata.

Il bambino viene invitato a rimanere concentrato su tutto quello che passa per il corpo, un dolore, un fastidio, un prurito e a prestare attenzione a tutto quello che sente cercando di rimanere immobile, a lasciare andare tutto ciò che non è presente e ad evitare di lasciarsi sopraffare da pensieri che invadono la mente e la affaticano.

Successivamente ha inizio il fantastico viaggio della formica; viene chiesto al bambino di immaginare che una piccola formica compaia improvvisamente ed inizi ad arrampicarsi sull’alluce del piede prima e su tutte le altre dita del piede poi. La formichina inizia a camminare e a solleticare con le sue zampette tutte le parti del corpo, partendo dal basso e salendo verso l’alto la formichina inizia la sua esplorazione…mentre il bambino rimane immobile lo si invita a notare tutte le sensazioni di cui la formica si accorge durante il suo avventuroso viaggio: galle gambe all’addome, dal movimento del corpo generato dal respiro all’altezza della pancia o del petto fino all’aria fresca che attraversa il naso o la bocca, dalla percezione del battito del cuore fino all’immensa foresta fatta di capelli che ricopre la nuca.  

Durante questo esercizio il bambino si divertirà a immaginare la piccola formichina, proverà a cercarla nella realtà e a seguire il suo viaggio, segno che durante la pratica era attento e concentrato sull’esperienza tantoché la formica finirà per sembrare reale.

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