L’autostima sostenibile
Dopo lunghi anni di studi sull’autostima, oggi questo costrutto sta incontrando un ampliamento fondamentale. Abbiamo cominciato a capire che una buona autostima deve poter essere “sostenibile”, ovvero trovare le sue radici nell’accettazione, poichè, se ci si basa solo sulla fiducia nelle proprie capacità si dà vita a un autostima che si identifica sulle risorse, senza tenere conto del rispetto che si deve anche ai limiti.
Ciò può condurre a un malessere profondo, a un condizionamento dell’amore per sè in base alla prestazione, da cui derivano ansia, perfezionismo e procrastinazione. Il procrastinare dovuto all’ansia di prestazione, finisce prima o poi per gettarci in una spirale di attesa, nella speranza che l’insicurezza svanisca e ci permetta di vivere.
Questo stato di non-vita in cui finiamo rimandando continuamente quel momento ci lascia fermi, bloccati, senza scopi. Ma dobbiamo accettare che l’esistenza porta con sè inevitabilmente una certa quantità di dolore, perchè nella nostra vita potremmo sperimentare delusioni, crisi, insuccessi personali o relazionali. Non comprendere questa realtà può portarci ad incolpare noi stessi di questi eventi e farci sentire non degni di amore da parte degli altri.
L’errore fa parte della nostra vita.
Se senti la sofferenza in te ricordati che non sei solo poichè altri provano quello che senti tu. Può essere utile ripetersi delle frasi in questi momenti:
“Che io possa essere felice”
“Che io possa perdonare me stesso”
“Che io possa accettarmi così come sono”
“Che io possa imparare ad accettarmi così come sono”.
Ciò può lenire la sofferenza e permetterci di ricominciare a vivere.